THE LND EFFECT: il viaggio nel mondo della Lega Nazionale Dilettanti riparte dall’ASD Isontino

THE LND EFFECT: il viaggio nel mondo della Lega Nazionale Dilettanti riparte dall’ASD Isontino

Riprendiamo a parlare di modelli concreti di responsabilità sociale applicata al calcio. Ripartiamo dall’ ASD Isontino, club di San Canzian d’Isonzo, nella provincia di Gorizia.

Parliamo del progetto Eco-Football of the Future, una iniziativa davvero interessante raccontata direttamente da Nicola Furlan, Responsabile Tecnico dell’Isontino Calcio e Progetto Eco-Football of the Future.

Come nasce il progetto Eco Football e quali sono gli obiettivi principali che ASD Isontino si è posta nel lanciarlo?

Il progetto Eco Football of the Future nasce da una riflessione e da un’opportunità concreta. Ci siamo chiesti: è possibile creare un ambiente formativo dove allenare calciatori e atleti che approcciano l’attività con intensità e, allo stesso tempo, veicolare una forma mentis in grado di generare quelli che ci piace definire “atleti per tutta la vita”? Persone cioè capaci di trasferire nella quotidianità uno stile di vita sano, competitivo, sfidante e attento a valori come l’inclusione e la sostenibilità?

Ci siamo domandati se fosse possibile proporre un modus vivendi, un modello di comportamento da vivere sul campo e che si rifletta nella vita reale, nei rapporti con gli altri e nella consapevolezza di come affrontare il mondo del futuro.

In un’epoca in cui le sfide ambientali, sociali e culturali sono sempre più urgenti, anche lo sport, in particolare il calcio con la sua forza aggregativa, deve fare la sua parte. Da qui l’idea di ripensarlo non solo come competizione, ma come strumento educativo, inclusivo e di trasformazione culturale. Riteniamo che una persona dotata o no di talento, in un ambiente moderno e stimolante, possa diventare il Campione del Futuro, non solo sul campo ma anche nella vita.

Ed ecco l’opportunità: l’Agenda 2030. Questo nuovo strumento è diventato per noi un riferimento concreto per la programmazione: uno strumento potente per strutturare l’ambiente sportivo in una prospettiva di cambiamento.

Abbiamo quindi deciso di coniugare le nostre esperienze e intuizioni con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dopo un’attenta analisi, ci siamo detti: sì, è possibile. E ci siamo messi all’opera.

L’obiettivo principale è stato quello di costruire un modello sportivo integrato che, unitamente ad allenamento nuovi basati su intensità e attenzione per la crescita dell’atleta, promuova la sostenibilità ambientale, la gestione dei rifiuti, il rispetto dei diritti umani, l’inclusione e il contrasto a ogni forma di discriminazione.

Durante questa riflessione ci siamo accorti, ad esempio, della quantità di rifiuti che generavamo e di quanto materiale sportivo usurato venisse buttato. Da lì è nato il progetto Rifiuto Amico, in collaborazione con artisti green, per sviluppare iniziative di upcycling.

Abbiamo anche dato vita a un percorso di sensibilizzazione sul valore delle cose, avviato insieme a una società specializzata in financial literacy, con l’obiettivo di educare i ragazzi a una visione più consapevole del risparmio e del consumo.

E poi, cosa vediamo spesso sui campi durante il weekend? Non basta parlare di regole e rispetto: il rispetto va vissuto. Per questo abbiamo creato, insieme a un artista teatrale, situazioni simulate di razzismo e discriminazione, partendo dalle reali diversità culturali e nazionali presenti nei nostri gruppi così da far vivere in prima persona certe emozioni negative facendo poi delle riflessioni coi ragazzi.

Infine, abbiamo compreso l’importanza di parlare di inclusione vera. Abbiamo creato la prima squadra in Italia di calcetto inclusivo all’interno di una società calcistica “tradizionale”, dove i nostri ragazzi giocano insieme ad atleti con disabilità fisiche o cognitive, in un contesto competitivo ma pienamente paritario. E da qui, siamo partiti.

In che modo integrate pratiche sostenibili nella gestione quotidiana del club, dentro e fuori dal campo?

La sostenibilità è ormai parte integrante della nostra mentalità sportiva. Tutto parte da una formazione interna: abbiamo assegnato ruoli precisi e sviluppato progetti concreti. Ogni scelta, dalla gestione energetica delle strutture all’attenzione quotidiana ai comportamenti ecologici, è orientata a ridurre l’impatto ambientale e a generare consapevolezza.

Per trasmettere questi valori anche fuori dal campo, a casa, a scuola, tra gli amici, abbiamo creato ECO-GAME, un gioco di carte e di ruolo pensato per rendere accessibili temi complessi come la sostenibilità, l’inclusione, la gestione dei rifiuti e l’educazione finanziaria.

Spesso si pensa che questi argomenti siano troppo astratti o “lontani” dai ragazzi, ma quando vengono trasformati in un’esperienza immersiva, coinvolgente e ludica, tutto cambia. Abbiamo visto giovani dai 9 ai 14 anni collaborare, ridere, apprendere insieme, sviluppando strategie di gioco e interiorizzando concetti fondamentali.

Anche genitori, allenatori e dirigenti sono rimasti colpiti. Il gioco permette di vivere i valori, non solo ascoltarli. Ogni scelta fatta dentro l’ECO-GAME comporta delle conseguenze, proprio come nella realtà.

Abbiamo lavorato in squadra, selezionato le figure più competenti ed eticamente solide, pianificato ogni passaggio e attivato collaborazioni con sponsor che condividono i nostri ideali. Oggi siamo affiancati anche da aziende che vedono nella responsabilità sociale un valore reale e duraturo.

Qual è il ruolo del calcio – e in particolare delle società dilettantistiche – nel promuovere la responsabilità sociale nei territori?

A nostro avviso, le società dilettantistiche hanno un’enorme responsabilità: sono presìdi territoriali, punti di riferimento educativi e sociali. Sono il primo elemento in grado di rafforzare il principio di sussidiarietà e rappresentano un perno fondamentale nel dialogo con famiglie, scuole ed enti locali.

Il calcio dilettantistico può e dovrebbe essere un laboratorio di cittadinanza attiva, oltre che un centro di formazione tecnico-tattica e motoria. I ragazzi che crescono con noi non imparano solo a giocare, ma anche a convivere, rispettare, collaborare.

Se a tutto questo si affianca un forte messaggio di sostenibilità, inclusione e responsabilità, lo sport può diventare uno strumento potente per trasformare il tessuto sociale. Con Eco Football of the future, vogliamo essere pionieri di un modello che mette la persona al centro, educando non solo l’atleta, ma il cittadino. E il paso successivo è quello di far ancora squadra con altre realtà. Non più collaborazioni col ‘vicino di casa’ solo per condividere strutture e far forza comune coi numeri sempre più scarni, ma di condividere un valore, anche a distanza in una nuova visione di ‘valore diffuso’ del cambiamento. Noi abbiamo già individuato un’altra società a circa 15km di distanza con cui collaboreremo sull’empowerment femminile.

Qual è il coinvolgimento di atleti, famiglie, scuole e istituzioni nel progetto? Che tipo di risposta avete ricevuto dal territorio?

La risposta è stata da subito molto positiva. Il progetto è nato "dal basso", dall’ascolto diretto dei ragazzi, delle persone della nostra società, dirigenti e allenatori, delle famiglie e dal confronto con le istituzioni.

Gli atleti partecipano attivamente sia nelle attività di campo che nei laboratori esperienziali. Abbiamo ospitato esperti di sostenibilità, psicologi dello sport, attivisti per i diritti umani tra cui la straordinaria Natali Shaheen che ha condiviso la sua esperienza contro i pregiudizi e nella realizzazione dei sogni.

Le famiglie sono coinvolte attraverso momenti formativi, laboratori, eventi di confronto e condivisione. Con alcune scuole stiamo definendo una collaborazione stabile per portare il progetto nelle aule, con percorsi legati al riciclo e all’educazione finanziaria grazie a partner dallo spiccato valore etico e professionale come Tivarnella Art & Consulting, Thread Srl ed EF360.

Il Comune poi, rappresentato dal Sindaco Nicola Pieri, ha espresso fin da subito entusiasmo e supporto, riconoscendo il valore del progetto per l’intera comunità. Il nostro obiettivo è ampliare ulteriormente la rete di stakeholder, stimolando nuove sinergie e co-progettazioni.

Serve a far emergere il valore partecipativo del progetto e le relazioni con gli stakeholder locali, sottolineando la dimensione comunitaria?

Assolutamente sì. Eco Football of the Future è un progetto pensato in ottica partecipativa. Come anticipato prima, ogni fase è costruita in collaborazione con atleti, famiglie, dirigenti, allenatori, quest’ultimi vero motore del cambiamento. Noi ci riuniamo regolarmente in oltre venti incontri di formazione e allineamento all’anno in cui vengono trasmesse: la vision della Società, i progetti in corsa e le metodologie. Si raccolgono idee, si ingaggiano le persone interessate e si costruiscono i pezzetti del cambiamento.

Un esempio emblematico è il Calcetto Inclusivo, che coinvolge persone di ogni età e provenienza, in una logica dove tutti contribuiscono, tutti vincono e tutti imparano. È un'esperienza vera, senza barriere, dove la diversità diventa ricchezza e dove l’abilità di uno finisce per innescare quella dell’altro. Un riflesso della mentalità che muove le nostre operatività, dall’idea alla realizzazione. Oggi disponiamo di una palestra eco-sostenibile e di uno staff tecnico composto da quattro figure fondamentali: un esperto formatore, due allenatori e uno psicologo dello sport, oltre a numerosi dirigenti che hanno aderito al progetto del Calcetto Inclusivo con entusiasmo e competenza.

Guardando al futuro: quali nuovi traguardi si pone ASD Isontino sul fronte della sostenibilità e della responsabilità sociale?

Stiamo già lavorando su diversi sviluppi futuri. Tra gli obiettivi principali:

  • L’introduzione di un protocollo etico-sportivo e regolamentare condiviso da tutte le categorie, genitori e dirigenti e possibilmente adottato anche da altre società partner del territorio come ad esempio la realtà prima citata che promuove il calcio femminile, per costruire una rete affidabile e sostenibile a favore di bambine e ragazze.
  • Il potenziamento del calcetto inclusivo, partecipando al primo campionato italiano dedicato ad atleti con disabilità motoria o cognitiva, coinvolgendo anche i nostri giovani delle categorie U14-U17, con staff e strutture adeguate. Attendiamo l’approvazione del regolamento per partire con grande entusiasmo.
  • La condivisione del progetto in ambito europeo: il 12 aprile abbiamo accolto studenti di un liceo sportivo polacco, interessati spontaneamente dopo aver visto una nostra intervista. È stata un’esperienza importante che vogliamo replicare.
  • La costruzione di un bilancio sociale e ambientale annuale del club, per misurare con trasparenza l’impatto delle nostre attività e migliorare costantemente.

Siamo convinti che il futuro del calcio passi dalla sua capacità di evolversi. Eco Football of the Future non è solo un progetto: è una visione. Uno sport che forma persone consapevoli, responsabili, etiche. Se tra queste persone ci saranno anche campioni, tanto meglio. Ma prima di tutto, vogliamo contribuire a creare un mondo migliore.